Prendere tempo per continuare il massacro
I negoziatori israeliani hanno consegnato una mappa che conferma che le IDF intendono rimanere in controllo di almeno il 40% della Striscia di Gaza. Tra le altre notizie: la crisi a Washington su Epstein, la crisi a Roma su al-Masri, e un altro caso su copyright e peluche
Secondo fonti palestinesi di BBC News, la trattativa per il cessate il fuoco a Gaza — quella che doveva concludersi positivamente questa settimana, o forse era la settimana scorsa, secondo Trump — è sull’orlo del collasso. Un funzionario palestinese ha spiegato al canale britannico che Tel Aviv ha usato la trattativa per “prendere tempo” durante la visita di Netanyahu a Washington, e che la delegazione israeliana inviata a Doha non aveva nessuna autorità di prendere decisioni. Il giornalista Rushdi Abualouf a Doha sottolinea che da domenica si sono susseguiti 8 round di negoziato indiretto, per una durata totale di 21 ore di trattativa — che non ha portato a nessuno sviluppo. Mentre scriviamo non sono in programma ulteriori incontri con i mediatori. La delegazione israeliana non era disposta a nessun compromesso sulla distribuzione degli aiuti umanitari — Hamas chiede che torni nel contesto delle operazioni tradizionali guidate dalle ONG che collaborano con l’ONU, mentre Tel Aviv insiste nel voler lasciare l’accesso solo alla GHF — ma non solo. L’altro argomento contenzioso tra le due parti era quante parti della Striscia di Gaza sarebbero rimaste sotto occupazione militare israeliana dopo il cessate il fuoco, ed è su questo che la trattativa si è davvero arenata: durante il quinto round di trattativa, i negoziatori israeliani avrebbero consegnato un messaggio che prevedeva che le IDF avrebbero creato delle “zone cuscinetto” all’interno della Striscia di Gaza, larghe tra un chilometro e un chilometro e mezzo. Quando i rappresentanti di Hamas hanno chiesto di ricevere una mappa che visualizzasse queste aree, i negoziatori di Tel Aviv hanno consegnato una mappa che non solo prevedeva zone cuscinetto larghe più del doppio di quanto dichiarato, fino a 3 chilometri, ma che indicava anche che le IDF sarebbero rimaste presenti su una parte molto rilevante del territorio: non solo l’intera città di Rafah, ma anche gran parte delle zone limitrofe a Khan Yunis, delle città del nord come Beit Lahia e Beit Hanun, e i quartieri a est della città di Gaza. I funzionari di Hamas hanno visto in questa discrepanza una mossa di cattiva fede, e ora accusano la delegazione israeliana di aver preso tempo per creare un contesto diplomatico migliore per la visita di Netanyahu a Washington. (BBC News / X)