Cosa succede a rispondere alle dichiarazioni di guerra con le piaggerie

Trump minaccia dazi al 30%: è una sconfitta umiliante per Meloni e Merz, che sognavano di tenerlo a bada con un accordo dannoso per l’UE. Tra le altre notizie: le IDF bombardano i punti di distribuzione acqua, il “libro verde” del Pd sulla politica industriale, e cosa è successo con MechaHitler.

Cosa succede a rispondere alle dichiarazioni di guerra con le piaggerie
Foto dominio pubblico: Casa bianca

Dopo giorni di lettere minacciose in cui si annunciavano dazi altissimi anche ai più stretti alleati, è arrivato il turno anche dei paesi dell’Unione europea: come sempre su Truth Social Donald Trump ha pubblicato la propria lettera sui dazi per l’Unione europea. Nonostante gli inchini e la disponibilità dei leader europei ad accettare anche compromessi molto sfavorevoli, Trump ha contrattaccato annunciando dazi al 30% su tutti i prodotti europei importati negli Stati Uniti. Come nelle lettere precedenti, Trump scrive che in realtà le sue tasse altissime sarebbero in realtà “molto inferiori a quello che servirebbe per eliminare il deficit commerciale.” La soluzione, secondo Trump, è che le aziende europee dovrebbero portare le proprie filiere di produzione negli Stati Uniti, e che l’Unione europea conceda “accesso completo e aperto” al proprio mercato alle aziende statunitensi. Anche in questa lettera c’è la minaccia di rito: “Se per un qualsiasi motivo decidete di aumentare i vostri dazi come risposta, allora qualsiasi sia il numero che scegliete, sarà aggiunto al nostro 30%.” (Truth Social)

La lettera costituisce una sconfitta umiliante per i leader europei che nelle scorse settimane avevano spinto per un accordo al ribasso — la cui pietra angolare era accettare i dazi al 10% fissati come pagamento minimo durante la trattativa, un’offerta che sarebbe arrivata direttamente dagli Stati Uniti. Ancora questa settimana, mentre le lettere stavano piovendo sugli altri alleati statunitensi, il cancelliere tedesco Merz si era detto “cautamente ottimista” sulla possibilità di arrivare a un accordo “nei prossimi giorni, se non entro fine mese al più tardi.” Per il governo italiano è una sconfitta particolarmente grave, considerato come Meloni aveva fatto del suo essere una possibile “pontiera” con l’estrema destra trumpista un proprio importante asset anche a livello europeo. Dopo la pubblicazione della lettera, Meloni ha dichiarato che si può arrivare a “un accordo equo” — dando funzionalmente ragione a Trump, ovvero che la situazione precedente fosse sfavorevole per gli Stati Uniti, una cosa che non è vera. Secondo Palazzo Chigi bisogna “evitare polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un'intesa.” (POLITICO / DW / POLITICO / ANSA / Commissione europea)