I costi dei campi di concentramento
Il governo Netanyahu deve confrontarsi con l’opposizione sugli alti (?) costi per la costruzione del grande campo di concentramento a Rafah. Tra le altre notizie: l’UE e l’Italia sono state colte di sorpresa dal nuovo attacco commerciale di Trump, e una nuova ipotesi di modello climatico per Marte
Anche nell’ambito della politica israeliana ci sono pochi dubbi che il progetto di costruire una “città umanitaria” sulle macerie di Rafah, da cui i palestinesi non potrebbero più uscire, equivalga a costruire un enorme campo di concentramento: lo ha detto espressamente anche l’ex Primo ministro israeliano Ehud Olmert parlando col Guardian — non esattamente una voce duramente critica del genocidio in corso: secondo Olmert la campagna svolta finora da Tel Aviv non costituirebbe un caso di pulizia etnica, ad esempio, perché finora ai palestinesi è stato permesso, più o meno, di tornare a trovare rifugio tra le macerie delle case e degli edifici in cui vivevano. Parlando con Galgalatz, il canale radiofonico prodotto dalle IDF, anche il leader dell’opposizione Yair Lapid ha dichiarato che “non gli piace usare l’espressione campo di concentramento,” ma che la struttura sarebbe stata come minimo un “campo di detenzione.” Lapid ha citato un dato prodotto dalle IDF — ovvero che la costruzione del campo di concentramento a Rafah potrebbe costare fino a 14 miliardi di nuovi shekel, 3,6 miliardi di euro — commentando che sono “soldi che non torneranno indietro.” “Netanyahu sta lasciando che Smotrich e Ben Gvir si scatenino con le loro idee estreme solo per mantenere la sua coalizione. Invece di sprecare i soldi del ceto medio, dovrebbero mettere fine alla guerra.” Il problema sembra essere proprio questo: Lapid ha poi postato su X che “con questi soldi, l’IVA potrebbe essere ridotta del 2% e i trasporti pubblici potrebbero essere più economici.” Secondo fonti di Ynet sarà necessario introdurre nuove tasse o fare tagli rilevanti per finanziare la costruzione del campo di concentramento. Va sottolineato che, se il piano è davvero di detenere nella struttura 2,1 milioni di persone, il costo previsto non è altissimo — al contrario, è bassissimo, e tradisce le condizioni disumane in cui si progetta di costringere le persone. (the Guardian / the Times of Israel / Ynet / X / Ynet)