Lo stallo e la guerra d’attrito

Un accordo per il cessate il fuoco a Gaza sembra sempre piú difficile, nonostante il (finto?) ottimismo statunitense. Tra le altre notizie: un nuovo rimpasto di governo in Ucraina, la conferma delle condanne per le minacce a Saviano, e il dipartimento della Difesa statunitense finanzia xAI

Lo stallo e la guerra d’attrito
Ispezione dei danni causati da un bombardamento sul campo profughi di Nuseirat. Foto: WAFA

Secondo Donald Trump un accordo per il cessate il fuoco può essere raggiunto “abbastanza in fretta”: domenica il presidente statunitense aveva detto che si sarebbe arrivati a un accordo entro questa settimana — una cosa che ripete di settimana in settimana dal 27 giugno scorso. Mentre Trump continua a dare le proprie previsioni ottimiste, Netanyahu insiste che anche dopo il cessate il fuoco l’aggressione di Gaza continuerà: “Inizia a sembrare una tattica di stallo,” ha detto — con delicatezza — un diplomatico di un paese arabo parlando con il Times of Israel. Già sabato il negoziatore di Hamas Mohammed Al-Hindi aveva specificato che il gruppo non avrebbe firmato un accordo che avrebbe dovuto sancire la propria “resa,” — “come se Israele avesse vinto.” Trovare un accordo, d’altro canto, è complesso con questi interlocutori: da una parte ci sono le richieste massimaliste del governo di Tel Aviv, dall’altra c’è Donald Trump, che lunedì ha descritto il piano di disimpegno israeliano dalla Striscia di Gaza di Ariel Sharon come “uno dei peggiori affari immobiliari mai fatti,” perché Israele ha “rinunciato a una proprietà sull’oceano.” (the Times of Israel / X)