Israele chiede aiuto agli Stati Uniti per la deportazione dei palestinesi
Il direttore del Mossad chiede a Washington “incentivi” per i paesi che dovessero ricevere palestinesi deportati. Tra le altre notizie: due italiani detenuti ad Alligator Alcatraz, l’incognita delle elezioni in Giappone, e la chiusura dell’indagine contro i Kneecap
Secondo ricostruzioni di diversi media israeliani e statunitensi, questa settimana il direttore del Mossad David Barnea si è recato a Washington per chiedere l’aiuto dell’amministrazione Trump per siglare gli accordi per la deportazione dei palestinesi dalla Striscia di Gaza. Secondo i retroscena Barnea avrebbe detto a Witkoff che Etiopia, Indonesia e Libia avrebbero “espresso la disponibilità di considerare” di “accogliere” “rifugiati” da Gaza, e avrebbe chiesto agli Stati Uniti di offrire “incentivi” per i paesi che decidono di collaborare con il piano di deportazione. Per ora Witkoff non avrebbe preso impegni da parte del governo Trump — la Casa bianca sarebbe sostanzialmente contraria ad avviare un meccanismo di deportazione dei palestinesi senza aver raggiunto in precedenza un accordo con i paesi arabi limitrofi. Era stato Trump il primo a dire in modo esplicito che la popolazione di Gaza avrebbe dovuto lasciare la Striscia prima della ricostruzione, ma il piano di Trump poi non è andato avanti, e l’opposizione dei paesi arabi avrebbe fatto sfumare l’entusiasmo del presidente. (the Times of Israel / Axios / the New Arab)