Le IDF bruciano gli aiuti umanitari bloccati a Gaza
Il giorno precedente le autorità israeliane si erano lamentate delle mancate distribuzioni. Tra le altre notizie: sia centrosinistra che destra sono in difficoltà con i nomi per le prossime elezioni, la visita di Trump in Scozia, e sulle piattaforme Meta non ci saranno piú ad di politica
Il giorno dopo aver accusato le Nazioni Unite di essere responsabili della fame a Gaza — per la mancata distribuzione di aiuti umanitari che erano entrati nella Striscia, di cui in realtà Tel Aviv non ha mai garantito la distribuzione sicura — le IDF hanno distrutto “decine di migliaia di pacchi” di aiuti umanitari. La versione dei fatti dei militari è che i prodotti si fossero rovinati rimanendo per lungo tempo al sole, ma nei pacchi c’erano ovviamente prodotti anche a lunga conversazione — tra cui prodotti medici — e acqua in bottiglia. I militari hanno dato fuoco o seppellito i pacchi sotto terra. Le fonti militari ammettono che il sistema di distribuzione “non funziona,” ma l’unica misura che si prende in conseguenza è prevedere che prossimamente ulteriori aiuti saranno messi al rogo. (Kan)
L’unica distribuzione di aiuti umanitari autorizzata a Gaza resta quella dei centri della GHF, dove anche ieri sono stati fucilati 12 affamati. Un ex soldato statunitense, che ha lavorato in un centro GHF nelle scorse settimane, ha rilasciato un’intervista a BBC News, raccontando di aver “assistito a crimini di guerra,” “senza ombra di dubbio.” “Ho visto le IDF sparare contro le folle dei palestinesi.” Il militare, Anthony Aguilar, ha deciso di parlare con i media perché in tutta la propria carriera non ha mai visto un livello tale di “brutalità e uso di forza indiscriminata e non necessaria contro una popolazione civile disarmata e alla fame.” (Middle East Eye / BBC News)