Aiuti umanitari tattici

Sotto pressione internazionale, i militari israeliani hanno annunciato pause umanitarie alla propria aggressione della Striscia di Gaza, e la designazione di percorsi sicuri per garantire la distribuzione di cibo e medicinali. Israele ha anche autorizzato il lancio aereo di aiuti umanitari — una pratica controversa e sconsigliata dalle Nazioni Unite, che il commissario generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini ha descritto come “inefficienti,” e una “distrazione.” In attesa che paesi terzi organizzino lanci aerei, questa notte le IDF hanno condotto 7 airdrop di aiuti umanitari, ferendo 11 persone e distruggendo una tenda dove aveva trovato rifugio un gruppo di civili nella città di Gaza. La versione ufficiale delle autorità di Tel Aviv resta che a Gaza “non c’è una carestia,” e che le pause umanitarie non costituiscono una effettiva “pausa nei combattimenti”: le IDF “continueranno a combattere” su tutto il territorio. Lo sviluppo più rilevante — o forse potremmo dire l’ammissione — è quella dell’istituzione di corridoi umanitari, perché sconfessa la posizione di soli tre giorni fa sulle responsabilità delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie per la mancata distribuzione degli aiuti all’interno di Gaza. I corridoi umanitari sono, per altro, una misura di protezione per il personale ONU e per i civili di Gaza dalle IDF stesse: sia i militari israeliani — parlando anonimamente con la stampa internazionale — che le autorità statunitensi non hanno trovato prove che Hamas abbia saccheggiato gli aiuti umanitari che venivano distribuiti prima del blocco imposto dalle IDF. La posizione che sia necessario controllare direttamente la distribuzione di aiuti — attraverso i centri della GHF dove quasi quotidianamente si ripetono stragi di affamati — è stata giustificata per settimane ripetendo la teoria che fosse necessario per impedire ad Hamas di impossessarsi di aiuti umanitari. (X / the Submarine / Reuters)