Re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba
Von der Leyen e Trump hanno celebrato un accordo che avrà effetti catastrofici sull’economia dei paesi europei. Tra le altre notizie: l’apertura della Conferenza per la Palestina all’ONU, l’appello degli ex ambasciatori a Giorgia Meloni, e le pistole giocattolo che sparano davvero, in Giappone
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione europea non si farà, perché l’Unione europea ha scelto la strategia della resa. L’UE si impegna a investire negli Stati Uniti 600 miliardi di dollari, compresi acquisti nel settore dell’energia e della difesa. In cambio, gli Stati Uniti fisseranno i propri dazi al 15% invece che al 30%, come aveva minacciato Trump. Gli import di acciaio e alluminio, però, continueranno ad avere tariffe del 50% (!) con la speranza che le tasse possano scendere in futuro. Riassumendo: Bruxelles si è impegnata in spese ingentissime per arrivare a un accordo drasticamente peggiore della situazione precedente, e senza ottenere niente dagli Stati Uniti — che concedono solo di imporre dazi più bassi di quelli minacciati. Al termine dell’incontro, von der Leyen ha dichiarato, ai limiti dell’autoumiliazione, che i danni che i dazi causeranno “non sono da sottovalutare,” ma l’accordo era “il meglio che potevamo ottenere.” Alla fine la presidente della Commissione europea si è detta comunque soddisfatta, o forse rassegnata: “L'accordo di oggi crea certezza in tempi incerti, offre stabilità e prevedibilità.” Von der Leyen ha concluso la propria dichiarazione con un ringraziamento personale a Trump — la persona che ha iniziato la guerra commerciale che si stava cercando di fermare — “per il suo coinvolgimento personale e la sua leadership per arrivare a questo accordo.” (Reuters / Commissione europea)