Uccidere i testimoni

Le IDF hanno colpito deliberatamente una tenda di giornalisti, uccidendo tra gli altri Anas al-Sharif. Tra le altre notizie: anche l’Australia riconoscerà lo stato di Palestina, le spiagge vuote in Italia sono un problema politico, e i problemi della mappa di Wplace

Uccidere i testimoni
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Domenica sera le IDF hanno ucciso 5 giornalisti, tra cui Anas al-Sharif, il reporter 28enne che negli scorsi mesi era diventato uno dei corrispondenti più importanti a documentare l’aggressione di Gaza da parte dei militari israeliani, vincendo lo scorso anno un premio Pulitzer insieme al gruppo di fotoreporter che lavoravano da Gaza per Reuters. Al–Sharif e i suoi colleghi sono morti in un attacco contro una tenda che si trovava fuori dal cancello dell’ospedale al–Shifa, nel nord della città di Gaza — l’ultimo aggiornamento di al–Sharif era proprio che l’aviazione israeliana stava conducendo bombardamenti particolarmente pesanti in altre parti della città. Nell’ultimo video che al–Sharif ha pubblicato si sentono i bombardamenti risuonare vicino alla sua tenda. Il giornalista si era organizzato in modo che sul suo account X venisse pubblicato un “ultimo messaggio e testamento” in caso morisse: “Affido a voi la Palestina, il gioiello della corona del mondo musulmano, il cuore pulsante di ogni persona libera in questo mondo.” “Vi chiedo di non lasciare che le catene vi zittiscano, né che i confini vi fermino. Siate ponti verso la liberazione di questa terra e del suo popolo, finché il sole della dignità e della libertà non sorgerà sul paese che ci è stato rubato.” Al Jazeera ha rilasciato una nota descrivendo le uccisioni come “un altro attacco palese e premeditato alla libertà di stampa.” “L'ordine di assassinare Anas Al Sharif, uno dei giornalisti più coraggiosi di Gaza, e i suoi colleghi, è un tentativo disperato di mettere a tacere le voci che denunciano l'imminente conquista e occupazione di Gaza.” (Al Jazeera / X)

Certi della propria impunità per le continue uccisioni a Gaza, le IDF hanno confermato di aver colpito espressamente al–Sharif, perché, secondo i militari, sarebbe stato leader di una cellula di Hamas, e avrebbe organizzato attacchi contro Israele. Come sempre, i militari israeliani non hanno fornito nessuna prova in sostegno della giustificazione per l’omicidio. Dall’inizio dell’aggressione, 22 mesi fa, le IDF hanno ucciso più di 200 giornalisti. (Reuters / SourcedPress)