La “crisi di sopravvivenza” dei bambini a Gaza

L’ONU certifica che a Gaza è in corso una carestia artificiale — che le autorità israeliane continuano a negare. Tra le altre notizie: l’interrogatorio di Ghislaine Maxwell, altri soldi piemontesi agli estremisti antiaborto, e questa IA scrive nell’inglese dell’età vittoriana

La “crisi di sopravvivenza” dei bambini a Gaza
Foto © UNICEF/UNI838255/El Baba

Gli esperti ONU dell’IPC, addetti alla Classificazione integrata della sicurezza alimentare, hanno formalizzato quello che si temeva da mesi ed era ormai ammesso da stampa e politica internazionale: a Gaza è in corso una carestia — "artificiale, che può essere fermata” in qualsiasi momento, che colpisce più di metà della popolazione della Striscia. “Il tempo dei dibattiti e delle esitazioni è finito, la fame è presente e si sta rapidamente diffondendo. Non ci dovrebbero essere dubbi nella mente di nessuno sul fatto che sia necessaria una risposta immediata e su larga scala. Qualsiasi ulteriore ritardo, anche solo di pochi giorni, comporterà un aumento del tutto inaccettabile della mortalità legata alla carestia.” L’IPC nei mesi scorsi aveva avvertito due volte che la situazione a Gaza stava precipitando, ma i dati aggregati dagli esperti sono stati respinti da Tel Aviv e dai suoi alleati più stretti, e largamente ignorati dalla comunità internazionale. La “certificazione” arriva solo ora — dopo settimane di immagini e video di corpi scheletrici, video di persone che accettano il rischio di essere crivellate di colpi per recuperare qualche sacco di farina — perché la definizione formale di carestia è molto rigida: vuol dire che almeno il 20% delle famiglie è in condizione di estrema mancanza di cibo, e che almeno il 30% dei bambini soffrono di malnutrizione acuta. In uno scenario di carestia muoiono fino a 2 persone ogni 10 mila di fame al giorno. Il ministro degli Affari esteri israeliano ha risposto come potete immaginare, dicendo che “l’intero documento si basa su menzogne di Hamas, ripulire attraverso organizzazioni con interessi acquisiti,” e negando che a Gaza sia in corso una carestia. Come sempre, ricordiamo che a porte chiuse esercito e politica israeliana ammettono che i numeri rilasciati dal ministro della Salute di Gaza sono affidabili — non solo, vengono utilizzati come metro per valutare l’efficacia delle operazioni a Gaza. (IPC / ministero degli Esteri israeliano / Local Call)