Il piano di Trump per una “nuova Gaza”

Il piano di Trump — e Blair — per il futuro di Gaza è ufficiale, ma il futuro della Striscia non potrebbe essere piú incerto. Tra le altre notizie: il Venezuela si prepara allo stato d’emergenza, nelle Marche è stato rieletto Francesco Acquaroli, e una causa in Cina contro chi bara nei videogiochi

Il piano di Trump per una “nuova Gaza”
Foto: Casa bianca, via X

La Casa bianca ha pubblicato il piano in 20 punti più volte filtrato dai media nei giorni scorsi, per mettere fine all’aggressione israeliana e costruire una “nuova Gaza.” Trump ha presentato lo schema insieme a Netanyahu, che ha dichiarato di sostenerlo. Come volevano i retroscena, il piano resta sul vago sulle speranze che questa “nuova Gaza” possa essere parte di uno stato palestinese — si ferma a garantire che le IDF si ritireranno e che Israele non cercherà di annettere la Striscia. Il penultimo punto del piano si limita di riportare che “quando il programma di riforma dell’Autorità palestinese sarà compiuto in modo completo, potrebbero finalmente esserci le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo stato palestinese.” In uno sviluppo comunque rilevante, il programma “riconosce l’aspirazione” del popolo palestinese ad un proprio stato. Il documento cita anche la necessità di stabilire un “dialogo tra fedi” e tra “Israele e palestinesi,” “per essere in accordo su un orizzonte politico e per una coesistenza pacifica e fruttuosa.” Il testo soddisfa gran parte delle richieste avanzate dalle autorità israeliane — con l’eccezione, ovviamente, delle richieste di annessione formale dei componenti più estremisti del governo — ma è scritto con piena coscienza di come il genocidio a Gaza è percepito da fuori Israele: il documento precisa la che “nuova Gaza” deve essere “una zona deradicalizzata e senza terrorismo,” ma anche che deve essere “riqualificato a beneficio della popolazione di Gaza, che ha già sofferto più che abbastanza.” (X / Reuters)