Shutdown e guerra
Il governo statunitense è in shutdown: centinaia di migliaia di dipendenti pubblici sono in aspettativa, ma la crisi politica non sembra vicina a una soluzione. Tra le altre notizie: una notte difficile per la Sumud Flotilla, il comitato SìMeazza non vuole arrendersi, e l’app di video IA di OpenAI
In assenza di un accordo tra democratici e repubblicani sul budget per il prossimo anno — e non avendo approvato una misura che potesse last minute allungare il tempo necessario per la trattativa — il governo statunitense è andato in shutdown, e si ferma quasi completamente: saranno messi in aspettativa, senza paga, circa 750 mila dipendenti pubblici. Tra loro, chi svolge servizi di stretta necessità, dal personale militare a chi controlla i bagagli in aeroporto, dovrà continuare a lavorare, gratis. Parlamentari e senatori, invece, continueranno a essere pagati con regolarità. Molti uffici saranno chiusi e i servizi che normalmente vengono offerti dal governo federale verranno sospesi. Questo, in realtà, nella migliore delle ipotesi: parlando con la stampa, Trump ha commentato malignamente che “si possono fare un sacco di cose buone” durante uno shutdown, perché “ci si può liberare di un sacco di cose che non volevamo, e saranno cose democratiche.” Insomma: la minaccia è che alla fine dello shutdown alcuni uffici e servizi cari alle politiche democratiche. Un gruppo di sindacati di dipendenti pubblici federali hanno fatto causa all’amministrazione Trump, denunciando che fare licenziamenti durante uno shutdown è illegale: “Annunciare l'intenzione di licenziare potenzialmente decine di migliaia di dipendenti federali semplicemente perché il Congresso e l'amministrazione sono in disaccordo sul finanziamento del governo oltre la fine dell'anno fiscale non solo è illegale, ma è anche immorale e irragionevole.” (Reuters / Instagram / the New York Times)