Il ritorno, tra macerie e bombe
I palestinesi iniziano a tornare nel nord di Gaza, nonostante gli attacchi delle IDF non siano ancora finiti. Tra le altre notizie: Lecornu ricomincia da capo, secondo Meloni il centrosinistra è “piú fondamentalista di Hamas,” e l’industria cinematografica indonesiana si butta sull’IA
Il cessate a fuoco nella Striscia di Gaza sta tenendo: o meglio, gli attacchi delle IDF sulla Striscia di Gaza continuano ma con un ritmo molto inferiore ai giorni precedenti, permettendo alla popolazione palestinese di ritornare alle aree precedentemente evacuate, a Gaza città e nel nord della Striscia. Nel corso delle scorse ore sono state uccise 19 persone, di cui 16 in un solo attacco dell’aviazione israeliana su una residenza civile. Il conto dei morti però è aumentato molto di più: grazie alla maggiore sicurezza, i soccorsi e la Protezione civile si muovono con più facilità nella Striscia, e solo venerdì sono stati rinvenuti i corpi di 135 persone tra le macerie. Nelle prossime settimane, se il cessate il fuoco dovesse tenere, inevitabilmente il numero dei morti aumenterà drasticamente. (WAFA / Middle East Eye / WAFA)
Nel frattempo, si rincorrono i retroscena sulle “clausole segrete” e i dettagli attuativi dell’accordo tra Israele ed Hamas. The New Arab ha raccolto alcuni dei dettagli rivelati dalla stampa israeliana, tra cui l’organizzazione dello schema umanitario – che permette l’ingresso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Nelle scorse ore sono stati pubblicati sui social network video che documentano infatti la chiusura dei centri di distribuzione della famigerata Gaza Humanitarian Foundation, dove un numero imprecisato di palestinesi è stato ucciso mentre cercava aiuti umanitari. Keshet 12 riporta anche una clausola minacciosa riguardo allo scambio di prigionieri — secondo la quale se Hamas non dovesse rispettare l’impegno di liberare tutti i prigionieri, le operazioni militari israeliane potrebbero scattare nuovamente. Kan riporta inoltre di un accordo tra IDF e miliziani che nei mesi scorsi avevano combattuto contro Hamas sotto ordini israeliani — alcuni responsabili degli attacchi al trasporto di aiuti umanitari. I miliziani potranno ritirarsi oltre la linea gialla insieme ai militari israeliani. (the New Arab / X)
Secondo Donald Trump il cessate il fuoco a Gaza porterà la pace nella regione, ma la situazione, al contrario, resta tesissima: il governo libanese ha annunciato che la propria agenzia dell’intelligence ha sventato un piano israeliano che prevedeva di condurre omicidi e attacchi esplosivi nel paese, in violazione del cessate il fuoco con Hezbollah. Il Direttorato alla sicurezza libanese ha dichiarato di aver sciolto una rete “che lavorava per il nemico israeliano, che stava preparando attacchi terroristici.” La conferma ufficiale arriva dopo numerosi retroscena filtrati ai media locali, secondo cui un gruppo stava lavorando per piazzare esplosivi in automobili e motociclette per farle esplodere durante le commemorazioni per Hassan Nasrallah. (Al Jazeera)