Israele minaccia di infrangere il cessate il fuoco

Il ministro Katz minaccia ulteriori attacchi, ma gli Stati Uniti insistono che Hamas sta rispettando gli accordi. Tra le altre notizie: Stellantis investe 13 miliardi negli Stati Uniti, le violenze e i soprusi israeliani contro Greta Thunberg, e il comandante statunitense “grande amico” di ChatGPT

Israele minaccia di infrangere il cessate il fuoco
CC BY-SA 3.0 Portavoce delle IDF

Il ministro della Difesa israeliano Katz ha minacciato di riprendere l’aggressione di Gaza in risposta alla consegna rallentata dei corpi dei prigionieri israeliani morti a Gaza durante il genocidio. Nelle ore precedenti Hamas aveva avvertito che ulteriori consegne avrebbero richiesto molto tempo, perché aveva restituito tutti “i corpi a cui poteva accedere.” “Per quelli rimanenti,” scrive il gruppo, “sono richiesti notevoli sforzi e attrezzature speciali per il recupero e l’estrazione.” Finora il gruppo ha restituito i corpi di 7 dei 28 prigionieri israeliani che sono morti. L’ufficio di Katz ha scritto in modo durissimo: “Se Hamas rifiuterà di rispettare l'accordo, Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, riprenderà i combattimenti e agirà per ottenere la sconfitta totale di Hamas, cambiare la realtà a Gaza e raggiungere tutti gli obiettivi della guerra.” (the New Arab / the Guardian)

In realtà, in questo momento gli Stati Uniti sono impegnati in quella che sembra la difesa del risultato ottenuto da Donald Trump. Il presidente statunitense stesso ha di nuovo in qualche modo preso le parti di Hamas, dicendo che il recupero dei corpi a Gaza “È un processo raccapricciante. Odio doverne parlare. Ma stanno scavando. Stanno davvero scavando.” “Ci sono zone in cui stanno scavando e trovano molti corpi. Poi devono separarli. Cose da non crederci. Alcuni di quei corpi sono lì da molto tempo. Altri sono sotto le macerie, per cui devono rimuovere le macerie.” “Altri ancora sono nei tunnel, sono morti nei tunnel, che sono molto in profondità sottoterra.” Due consiglieri di Trump hanno riferito che gli Stati Uniti non ritengono che Hamas abbia infranto l’accordo, perché per riuscire a estrarre gli altri corpi dalle macerie servono macchine pesanti, che ovviamente in questo momento non sono disponibili a Gaza. Uno dei consiglieri ha detto espressamente che “è quasi impossibile” recuperare tutti i corpi. (X / Axios)

Anche riguardo alla seconda fase dell’accordo gli Stati Uniti hanno cambiato drasticamente posizione rispetto a qualche mese fa. Il cambiamento più rilevante è che ora Washington è apertamente contrario alla deportazione della popolazione palestinese per fare una “Riviera” a Gaza. Un assistente di Trump ha commentato: “Sono persone forti. Hanno attraversato momenti difficili e sembrano resilienti. Tornano dove vivevano e piantano le tende. Sono persone che si sentono profondamente coinvolte dai luoghi in cui vivono. È straordinario vederlo.” “Anche se ci sono palestinesi che se ne sono andati perché le condizioni di vita sono estremamente difficili... nessuno sta costringendo nessun palestinese ad andarsene.” Va sottolineato che gli Stati Uniti restano lontani dalla resistenza palestinese: resta l’obiettivo di risarmare la popolazione, di formare un governo tecnocratico, seppur di provenienza palestinese, e non c’è intenzione di investire nella ricostruzione in aree che potrebbero essere considerate come “controllate” da Hamas. L’attenzione dell’amministrazione statunitense in questo momento sembra essere nel garantire che da entrambe le parti non ci siano ulteriori attacchi. (the Times of Israel)