Un cessate il fuoco non vuol dire la fine del genocidio

Dall‘inizio del cessate il fuoco sono state uccise 34 persone, e la repressione continua come niente fosse. Tra le altre notizie: un’altra brutta giornata per Zelenskyj alla Casa bianca, la presentazione tremebonda della legge di bilancio, e la resistenza dell’università statunitensi contro Trump

Un cessate il fuoco non vuol dire la fine del genocidio
Una moschea distrutta a Jabalia. Foto: CC BY-SA 4.0 Jaber Jehad Badwan

Le IDF hanno colpito una vettura uccidendo 11 membri della stessa famiglia, tra cui 7 bambini e 2 donne, nel quartiere Zeitoun, a Gaza est. L’attacco è stato condannato da Hamas, che parla di “intenzione premeditata di colpire civili indifesi senza alcuna giustificazione.” “Questo massacro si inserisce nel contesto delle continue violazioni dell'accordo di cessate il fuoco recentemente raggiunto da parte dell'occupazione.” Il ministro della Difesa Katz ha implicitamente confermato l’omicidio, spiegando che le IDF stavano iniziando a segnalare i confini della “linea gialla,” entro cui opereranno i militari, e che le truppe “reagiscono aprendo il fuoco” contro le persone che valicano il confine della linea gialla. Dall’inizio del cessate il fuoco, le IDF hanno ucciso 34 persone, e hanno ne hanno ferite 122. Le violenze continuano indisturbate anche in Cisgiordania, dove nelle scorse 72 ore sono state uccise 3 persone. Come ha scritto la segretaria generale di Amnesty International Agnes Callamard, “un cessate il fuoco non significa la fine del genocidio, dell’occupazione illegale o dell’apartheid.” Callamard scrive per fare pressione perché l’Unione europea sospenda comunque l’accordo di associazione UE-Israele: “Il 20 ottobre, i ministri degli Esteri dell’UE avrebbero dovuto votare sulla sospensione dei benefici commerciali concessi a Israele dall'accordo di associazione UE-Israele. Ma dopo il cessate il fuoco, questo punto è stato eliminato dall'ordine del giorno.” “L'accettazione di un cessate il fuoco da parte di Israele è stata il risultato di una forte pressione internazionale. Un cessate il fuoco è solo l'inizio. L'UE e i suoi Stati membri devono continuare a fare pressione su Israele. Revocare queste proposte significherebbe tradire le vittime del genocidio e dell'apartheid. Premierebbe l'occupazione illegale di Israele e incoraggerebbe i responsabili di crimini internazionali.” (Al Jazeera / X)