Il piano malavitoso per una “nuova” Gaza
4 gang collaborano con Israele per cercare di scalzare Hamas dal potere. Tra le altre notizie: il momento della verità per Javier Milei, a Milano il daspo per il presidente dell’associazione Palestinesi in Italia, e gli Stati Uniti rischiano di perdere la nuova space race
Un servizio di Sky News rivela che Israele sta sostenendo 4 milizie anti Hamas che stanno operando all’interno dei territori di Gaza delimitati dalla “linea gialla,” per combattere contro i miliziani di Hamas. I 4 gruppi sanno di essere parte di una operazione congiunta, il cui obiettivo ultimo è quello di rimuovere Hamas dal potere. “Stiamo lavorando per una ‘nuova Gaza,’” ha detto Hossam al-Astal, uno dei leader delle milizie, a Sky News. “Niente guerra, in pace con tutti — niente Hamas, niente terrorismo.” “Presto otterremo il pieno controllo della Striscia di Gaza e la raccoglieremo sotto un unico ombrello.” Le milizie ricevono forniture preferenziali: automobili, ma anche, soprattutto, cibo da distribuire alle famiglie che accettano di vivere sotto la loro protezione. Il gruppo di al–Astal fa base a soli 700 metri da una base delle IDF, e Sky News ha confermato che anche gli altri 3 gruppi lavorano con lo stesso livello di coordinazione con i militari israeliani. Al-Astral sostiene di essere sostenuto anche dall’Autorità palestinese, anche se “non possono ammettere di aver un rapporto diretto con noi,” e da diversi stati arabi che non menziona direttamente (Sky News)
Il progetto sembra essere quello di sostenere direttamente e costruire un falso sommovimento che scalzi Hamas dopo il fallimento di due anni di guerra. In questo progetto sembrano essere coinvolti direttamente anche gli Stati Uniti: martedì sul Washington Post è uscito un editoriale di Moumen Al-Natour, un membro della gang Abu Shabab legata a Israele e all’ISIS, che viene presentato come “un avvocato” e “ex prigioniero politico di Hamas.” Secondo fondi di Muhammad Shehada, del think tank europeo European Council on Foreign Relations, l’articolo sarebbe stato promosso al Washington Post da una agenzia di pubbliche relazioni israeliana che fa sede a Washington, e sostiene la stessa tesi di al–Astal: che i palestinesi che vivono nei territori occupati dalle IDF stanno bene, hanno più da mangiare, e che le condizioni durissime delle persone che vivono al di là della “linea gialla” sono responsabilità di Hamas. Nel mondo reale, la verità è l’esatto opposto: dopo il cessate il fuoco e la ripresa del controllo della sicurezza da parte di Hamas, gli attacchi delle milizie armate contro i convogli che trasportano aiuti umanitari si sono fermati. Tuttavia, anche la Casa bianca ha ripreso sui propri canali l’editoriale — firmato da un miliziano dell’ISIS! — e il Washington Post ha risposto con un “link regalo,” per permettere agli utenti di leggere l’editoriale senza paywall. (the Washington Post / X / Nazioni Unite / X)
Nelle scorse ore le IDF hanno apertamente infranto l’accordo per il cessate il fuoco, con un attacco aereo nel centro della Striscia di Gaza. I militari israeliani hanno rivendicato l’attacco su X, sostenendo che l’obiettivo fosse un miliziano del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina che stava preparando un attacco contro militari israeliani ancora schierati a Gaza. Come sempre i militari israeliani non hanno ritenuto necessario fornire prove in supporto alla propria versione dei fatti. Parlando con la stampa, il segretario di Stato statunitense Rubio ha minimizzato, dicendo che “incidenti” di questo tipo sono frequenti nelle fasi iniziali di un cessate il fuoco. Rubio ha fatto notare che comunque “negli ultimi 12 o 13 giorni abbiamo fatto passi avanti enormi.” (the New Arab / X / dipartimento di Stato statunitese)