Israele infrange due cessate il fuoco in un giorno

L’aviazione israeliana bombarda il Libano, mentre a Gaza continuano le demolizioni di case, nonostante l’inverno si avvicini. Tra le altre notizie: Trump minaccia di attaccare la Nigeria, il rinnovo dell’accordo Italia-Libia, e le minacce contro l’Università della Pennsylvania

Israele infrange due cessate il fuoco in un giorno
Jabalia, 23 febbraio 2025. Foto: CC BY–SA 4.0 Jaber Jehad Badwan

Nelle scorse ore le IDF hanno infranto il cessate il fuoco sia nella Striscia di Gaza che in Libano. Formalmente, entrambi gli accordi stanno “tenendo,” nel senso che le altre parti — i gruppi partigiani palestinesi e Hezbollah — non stanno rispondendo alle frequenti e flagranti infrazioni dell’esercito israeliano. L’IAF ha bombardato il sud del Libano, uccidendo almeno 4 persone, secondo i dati del ministero della Salute. Secondo la stampa locale si sarebbe trattato di un attacco con un “missile guidato” che ha colpito un’automobile. La tregua con Hezbollah dura da quasi un anno — a metà ottobre il presidente libanese Aoun aveva dichiarato che fosse “necessario” un negoziato tra i due paesi, per arrivare a una tregua più stabile. In un’apparente risposta, nei giorni successivi le IDF hanno intensificato notevolmente gli attacchi contro il paese. Sabato l’emissario statunitense Tom Barrack ha dichiarato che i due paesi devono iniziare ad avere trattative dirette, senza intermediari. La tesi di Barrack è che Israele sarebbe pronto a condurre questa trattativa, anche se ammette che capisce perché la leadership libanese sia “comprensibilmente nervosa” – sicuramente i bombardamenti non aiutano.  (Al Jazeera / l’Orient le Jour / Al Jazeera / the New Arab)

Allo stesso modo, nella Striscia di Gaza, le infrazioni degli accordi restano molteplici: nelle scorse ore le IDF hanno continuato a demolire case a Gaza città e a Khan Yunis, e ci sono stati attacchi violenti in entrambi i centri — con colpi anche di artiglieria a Khan Yunis. I militari continuano anche a ostacolare gran parte degli ingressi di aiuti umanitari: dal 10 al 31 ottobre sono entrati nella Striscia 3.203 camion tra quelli commerciali e quelli umanitari — per una media di 145 camion al giorno, il 76% in meno di quanto accordato nel testo degli accordi di “pace” di Trump. L’ingresso di alimenti è aumentato molto dalla chiusura effettivamente totale che era in corso fino a prima dell’accordo, ma le consegne attuali non sono in grado di servire tutta la Striscia, in particolare nel nord. (WAFA / Al Jazeera)

Le demolizioni aggravano ulteriormente la crisi umanitaria a Gaza, che presto potrebbe peggiorare drasticamente: il portavoce della Protezione civile palestinese, Mahmoud Basal denuncia quello che dovrebbe essere ovvio: “L'inverno sta arrivando a Gaza, dove non ci sono case dove ripararsi, né muri per riscaldarsi, né tende abbastanza resistenti da resistere alla pioggia e al vento.” “Centinaia di migliaia di famiglie restano senza riparo, dormendo all'addiaccio tra le macerie, mentre bambini e donne si preparano a notti rigide di freddo, fame e oscurità.” “Ciò che attende Gaza quest'inverno non è solo il freddo: è una tragedia che rimarrà impressa nella storia della vergogna umana se il silenzio continuerà a regnare.” (X)