Soffocare il cessate il fuoco nel cemento
Le IDF vogliono uccidere quasi 200 miliziani di Hamas intrappolati in un tunnel sotto Rafah. Tra le altre notizie: il giorno della verità per New York, gli “extra-costi” del villaggio olimpico di Porta Romana, e anche quest'anno Coca-Cola ha fatto la pubblicità di Natale con l’IA
La Turchia ha ospitato un summit con Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Pakistan e Indonesia, per discutere la formazione di una forza di stabilizzazione internazionale per la Striscia di Gaza, come previsto nel piano di Sharm el-Sheikh. La formazione di questa forza è uno degli argomenti più contenziosi dell’accordo — in particolare proprio per la partecipazione della Turchia, a cui il governo Netanyahu VI è espressamente opposto. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha detto espressamente che serve “sostenere” la “pressione su Israele da parte della società internazionale,” sottolineando come le IDF abbiano ucciso quasi 250 persone dall’inizio del cessate il fuoco il 10 ottobre. I partecipanti al summit hanno preso una posizione di “principio,” ovvero che l’impegno internazionale deve portare a una Striscia di Gaza governata dai palestinesi stessi. “Nessuno vuole vedere emergere un nuovo sistema di tutela,” ha spiegato Fidan. (Al Jazeera / the Times of Israel)
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno inviato a diversi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione per la formazione di questa forza internazionale. Il documento darebbe agli Stati Uniti e agli altri paesi partecipanti un mandato per governare su Gaza — e occuparsi della sicurezza del territorio della Striscia – fino alla fine del 2027, con la possibilità di estendere ulteriormente questo periodo. Gli Stati Uniti insistono che i militari presenti comporranno “una forza di intervento,” e non una forza di peacekeeping, anche se dovrebbe essere presente un “Consiglio di Pace,” a cui Trump dice di voler prendere parte. La Forza di sicurezza internazionale avrebbe un ampio mandato per disarmare Gaza, con l’obiettivo di “stabilizzare la situazione della sicurezza a Gaza garantendo il processo di smilitarizzazione della Striscia di Gaza,” “compresa la distruzione e la prevenzione della ricostruzione di infrastrutture militari, terroristiche e offensive, nonché la dismissione permanente delle armi dei gruppi armati non statali.” (Ynet / Axios)
In realtà, il cessate il fuoco non è mai stato così a rischio: Hamas ha chiesto l’immunità temporanea per un numero di propri militanti — tra i 100 e i 200 — che sono intrappolati in un tunnel sotterraneo nei pressi di Rafah, dove attualmente stanno operando le IDF. Il gruppo chiede che Israele permetta di far uscire i miliziani e farli tornare nei territori non occupati, ma la linea delle IDF e dell’estrema destra del governo Netanyahu VI è quella di ucciderli tutti, e di offrire al massimo di scambiarne i corpi esanimi in cambio di quelli dei prigionieri israeliani ancora non rinvenuti nei territori della Striscia. Inizialmente sembrava che Netanyahu avesse accettato di permettere l’evacuazione dei miliziani — in accordo al testo del cessate il fuoco — ma le autorità hanno frettolosamente cambiato posizione dopo la risposta molto negativa di politica e società civile al retroscena. Ora secondo i media israeliani le IDF starebbero pompando cemento per sigillare il tunnel e uccidere tutte le ancora al suo interno. La notizia non ha ancora raggiunto i media internazionali e non ha conferme — ma Hamas ovviamente sottolinea che l’uccisione di centinaia dei propri uomini, soffocati sotto terra, sarebbe una grave infrazione dell’accordo di “pace.” (the Jerusalem Post / X / the Times of Israel / Sunna Files / X)