Biden ha scaricato la responsabilità del futuro di Gaza sull’amministrazione Trump
Continuano i retroscena sulle responsabilità dell’amministrazione Biden, che per mesi ha supervisionato il genocidio. Tra le altre notizie: Meloni parla di nuovo di patrimoniale, la visita a Washington di al-Sharaa, e cosa succederebbe a livello geopolitico in caso di un impatto di asteroide
Continuano i retroscena sulle discussioni interne all’amministrazione Biden durante il primo anno di genocidio nella Striscia di Gaza, sull’onda del report di Reuters — ne abbiamo parlato ieri — secondo cui l’intelligence statunitense era in possesso di documenti che attestavano che anche i legali delle IDF temevano che le azioni militari condotte nel contesto dell’aggressione di Gaza costituissero crimini di guerra. Un altro retroscena, di Akbar Shahid Ahmed, per HuffPost, rivela che il segretario di Stato Blinken a porte chiuse avrebbe sollevato la possibilità che quella condotta da Israele fosse esplicitamente pulizia etnica. Pubblicamente Blinken e gli altri funzionari dell’amministrazione Trump hanno negato per mesi che gli attacchi di Israele potessero essere in infrazione delle leggi internazionali. A difendere questa posizione rigida — e che ignorava quanto fin da subito le organizzazioni indipendenti e i giornalisti denunciavano — sarebbe stato Brett McGurk, il diplomatico statunitense spesso al centro di controversie, che consigliava Biden sulle politiche da adottare nella regione, e che negli anni ha lavorato per amministrazioni di entrambi i colori, passando senza problemi da Obama a Trump. Una fonte dell’HuffPost descrive il ruolo di McGurk nell’amministrazione come “l’avvocato di Israele” mentre altri funzionari statunitensi mettevano in dubbio l’operato di Tel Aviv. A fargli eco c’era Jacob Lew, l’allora ambasciatore statunitense in Israele, che in quei mesi ha più volte pubblicamente difeso l’aggressione di Gaza. In quei mesi i funzionari statunitensi hanno emesso 3 volte (!) raccomandazioni per attivare la sezione 620i del Foreign Assistance Act, che vieta di fornire aiuti militari a paesi che impediscono il fluire di aiuti umanitari statunitensi. A Biden è stato fatto presente che il riconoscimento da parte di Biden sarebbe stato un esempio importante, ma la loro opinione non è stata ascoltata. Lo scorso agosto Lew è stato intervistato sul New Yorker da Isaac Chotiner, e ha difeso la propria posizione sul genocidio, spiegando che ad esempio i bambini uccisi a Gaza “in molti casi, erano figli di combattenti di Hamas, non bambini che si erano rifugiati” nei luoghi colpiti dalle IDF, e per questo gli obiettivi colpiti erano legittimi — perché “che si tratti o meno di un obiettivo militare legittimo dipende dalla popolazione che vi risiede.” (Reuters / HuffPost / the New Yorker)
La segretaria agli Affari esteri britannica Yvette Cooper ha denunciato che in Giordania ci sono interi magazzini pieni di aiuti umanitari britannici che sono fermi, e non riescono a entrare a Gaza. The New Arab e Al–Araby Al-Jadeed hanno parlato con alcuni residenti nella Striscia che descrivono come, nonostante il cessate il fuoco, continui a non entrare cibo sufficiente. Il portavoce del governo di Gaza Ismail al-Thawabta, ha dichiarato che Israele “continua a eludere i propri impegni relativi all'ingresso di aiuti e merci nonostante l'accordo di cessate il fuoco.” Dal 10 ottobre al 5 novembre sono entrati a Gaza in media 145 camion di aiuti umanitari al giorno, solo il 24% di quanto stabilito negli accordi di Sharm. Se le cose non cambieranno con l’inizio della settimana prossima, gli Stati Uniti saranno direttamente complici anche di tenere affamata la popolazione di Gaza: venerdì il controllo dell’ingresso degli aiuti umanitari è passato sotto il controllo del Centro di coordinazione civile-militare, il nuovo meccanismo stabilito nel contesto del cessate il fuoco e attualmente sotto il pieno controllo dell’esercito statunitense. L’obiettivo del Centro dovrebbe essere quello di aumentare la distribuzione di aiuti e farlo in modo più trasparente — finora la struttura non è riuscita ad avere un impatto, principalmente per difficoltà organizzative. (X / the New Arab / the Washington Post)