Trump ha promesso la pace a Gaza. Ma la sua amministrazione non ci crede

Un retroscena rivela i dubbi dei funzionari statunitensi sull’effettiva implementazione dell’accordo di Sharm. Tra le altre notizie: due attacchi in India e in Pakistan, il blocco dei siti porno in Italia, e i fischietti stampati in 3D contro l’ICE

Trump ha promesso la pace a Gaza. Ma la sua amministrazione non ci crede
foto OGL 3.0 Lauren Hurley / No 10 Downing Street

Alcuni funzionari dell’amministrazione Trump II sono sempre più scettici sulla tenuta dell’accordo di “pace” tra Israele e Hamas, e temono che potrebbe crollare da un momento all’altro. Lo rivela un retroscena di POLITICO, che ha potuto visionare documenti presentati durante un summit tra membri dell’esercito e del nuovo Centro di coordinamento civile-militare, che dovrebbe supervisionare la situazione a Gaza. Per spiegare lo scetticismo e i timori del personale statunitense: in una delle diapositive viste da POLITICO, titolata “Come passiamo dalla fase 1 alla fase 2?”, erano elencati i punti da implementare nelle rispettive fasi dell’accordo di Sharm. Le due colonne erano collegate da una freccia con sopra un punto interrogativo. Non è chiaro chi abbia preparato i documenti: pubblicamente il dipartimento di Stato sostiene che ci sia grande entusiasmo per il piano, ma a porte chiuse i funzionari dicono quello che è evidente anche agli osservatori esterni — che nella migliore delle ipotesi c’è il rischio che l’accordo si impaludi, e nella peggiore che crolli in modo catastrofico. In un’altra slide si indica che la politica deve essere quella del “non fare domande e non dare risposte,” e che per la riuscita dell’accordo bisognava usare “le istituzioni dell’Autorità palestinese,” ma “senza leadership politica.” Uno dei partecipanti al simposio chiosa: “Il piano di attuazione concreta dell'accordo di pace è separato dall'accordo stesso. Tutti volano a 40.000 piedi di altezza” 12 chilometri, “e nessuno parla di operazioni o tattiche,” confermando che in realtà, finora, il dipartimento di Stato statunitense non ha ancora effettivamente avuto voce in capitolo nell’implementazione dell’accordo. (POLITICO)