La durissima trattativa all’ONU per il futuro di Gaza

Stati Uniti, Russia e Cina discutono in modo acceso sulla forma di governo per il futuro della Striscia di Gaza. Tra le altre notizie: cosa si dice di Trump nelle mail di Epstein, l’accordo bipartisan per la riforma del reato di violenza sessuale, Blue Origin è riuscita a far atterrare un razzo

La durissima trattativa all’ONU per il futuro di Gaza
Gennaio 2025. Bambini tra le macerie del campo profughi di Nuseirat. Foto CC BY-SA 3.0 IGO UNRWA

Il piano di Washington e Israele, per un governo temporaneo che esautori sia l’attuale governo di Gaza che l’Autorità palestinese dalla gestione del “dopoguerra” a Gaza potrebbe arenarsi in Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo fonti diplomatiche di Associated Press, sia Russia che Cina — entrambe con diritto di veto — hanno chiesto la rimozione del “Consiglio di pace” dalla risoluzione statunitense. Il piano statunitense prevede, come ricorderete, la formazione di un organo con un mandato internazionale, che dovrebbe governare su Gaza fino al 2027, con una presenza effettivamente solo nominale da parte dei politici palestinesi. Mosca e Pechino danno voce alle preoccupazioni di alcuni loro alleati arabi, che hanno sollevato preoccupazioni per la mancanza di un qualsiasi ruolo di transizione per l’Autorità palestinese, e per la mancanza di obiettivi specifici per la formazione di uno stato palestinese. Preoccupa anche che la risoluzione non metta nero su bianco condizioni e tempistiche per il ritiro definitivo delle IDF dai territori palestinesi, cosa che fattualmente vuol dire che la decisione spetta ad Israele. La diplomazia di entrambi i paesi ha fatto intendere che per non mettere il veto sulla risoluzione statunitense il testo deve essere drasticamente ridotto, sostanzialmente limitandosi a istruire la formazione di una forza di stabilizzazione — ma sotto il controllo diretto del Consiglio di sicurezza, senza la formazione di una struttura di governo locale. (the Times of Israel)

La diplomazia russa ha fatto un passo più avanti, presentando una propria bozza per una risoluzione su Gaza, per sfidare il testo statunitense. Lo è proprio a livello formale: la missione russa al Consiglio di sicurezza ha definito il proprio testo una “controproposta,” “ispirata dalla bozza statunitense.” “L'obiettivo della nostra bozza è consentire al Consiglio di Sicurezza di sviluppare un approccio equilibrato, accettabile e unificato per ottenere una cessazione sostenibile delle ostilità.” Nel testo non compare, come richiesto separatamente, nessun “Consiglio di pace.” La controproposta di Mosca ha infastidito molto la diplomazia statunitense, secondo cui “i tentativi di seminare discordia ora – mentre l'accordo su questa risoluzione è in fase di negoziazione attiva – hanno conseguenze gravi, tangibili e del tutto evitabili per i palestinesi a Gaza.” (Reuters)

I diplomatici statunitensi, nel frattempo, hanno fatto circolare una propria seconda revisione della loro risoluzione, accettando che deve essere formalizzato un ruolo per un governo palestinese della Striscia di Gaza: “Dopo che il programma di riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese sarà stato fedelmente portato avanti e la riqualificazione di Gaza sarà progredita, potrebbero finalmente esserci le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la statualità palestinese. Gli Stati Uniti stabiliranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica e prospera.” Nel passaggio in cui si descrive il governo del “Consiglio di pace,” inoltre, si specifica che la sua autorità deve essere per necessità “transitoria.” (X)