La guerra contro l’Unione europea
Da Washington arrivano altri attacchi contro l’Unione europea, mentre l’Italia si prepara a comprare altre armi dagli Stati Uniti. Tra le altre notizie: è in corso un colpo di stato in Benin, ad Atreju tutti parlano di Elly Schlein, e continua la crisi ai vertici di Apple
Nelle tensioni tra Washington e Bruxelles si è introdotto forzosamente Elon Musk, che da giorni fa pressioni sulla politica statunitense dopo che X è stato multato per 120 milioni di euro dalle autorità europee per il mancato rispetto delle regolamentazioni digitali comunitarie. Nelle scorse ore Musk ha scritto che “i cittadini europei dovrebbero ritirarsi dall'UE per riconquistare la propria sovranità,” e ha ricondiviso numerosi post anti-europeisti, compreso uno in cui la bandiera europea si solleva per mostrare una svastica, “il Quarto Reich.” “Più o meno,” ha commentato Musk. (Reuters / X)
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— Elon Musk (@elonmusk) December 7, 2025
Gli attacchi continuano arrivare anche dalle istituzioni statunitensi: il vicesegretario di Stato Christopher Landau ha accusato l’Unione europea di indebolire l’alleanza transatlantica con l’agenda verde e con l’applicazione delle regolamentazioni digitali, viste come in opposizione alle grandi aziende statunitensi. Su X Landau sostiene che “le nazioni europee non possono guardare agli Stati Uniti per la propria sicurezza e allo stesso tempo minare volutamente la sicurezza degli stessi Stati Uniti attraverso l'Unione Europea, non eletta, non democratica e non rappresentativa.” e definisce le politiche europee “contrarie agli interessi degli Stati Uniti,” e una forma di «suicidio di civiltà», parafrasando il documento statunitense che due giorni fa ha riaperto la crisi. Quando i Paesi europei “indossano il cappello della NATO”, invocano la cooperazione transatlantica, ma quando “indossano il cappello Ue” perseguono agende “del tutto contrarie agli interessi e alla sicurezza degli Stati Uniti, tra cui censura, suicidio economico/fanatismo climatico, frontiere aperte, disprezzo per la sovranità nazionale/promozione della governance multilaterale e della tassazione, sostegno alla Cuba comunista.” (sic) Landau conclude che “queste inconsistenze non possono continuare,” mettendo in discussione il ruolo dell’Ue come partner degli Stati Uniti nella difesa della cosiddetta “civiltà occidentale.” (X)
Nella contesa si è inserito Crosetto, che ha pubblicato un lungo post su X. Secondo il ministro della Difesa per Washington “ogni decisione, ogni atto futuro sarà affrontato con un solo obiettivo: il rafforzamento degli Usa nella competizione con la Cina,” e questa direzione non sarebbe una novità imposta da Trump, che avrebbe solo accelerato il processo: “Ha semplicemente esplicitato che l’EU gli serve poco o nulla in questa competizione.” “Perché non ha risorse naturali particolarmente rilevanti o utili. Perché sta perdendo la competizione sull’innovazione e la tecnologia. Perché non ha potere militare.” Per Crosetto, questo scenario implica che i paesi europei e quelli “più piccoli (come noi)” dovranno iniziare a farsi carico di ciò che finora è stato garantito dagli Stati Uniti, a partire da “sicurezza, la difesa e la deterrenza.” (X)
Come si garantisce la sicurezza e la difesa? La risposta potrebbe sorprendervi: il dipartimento di Stato statunitense ha approvato una “possibile vendita” militare all’Italia di 100 missili aria-superficie a lungo raggio AGM-158B/B-2 JASSM-ER e relativi equipaggiamenti, per un valore stimato di 301 milioni di dollari. I missili andranno ad armare i caccia F-35 Lightning II, con Lockheed Martin come appaltatore principale. Non vi sorprenderà invece che secondo Washington, la vendita sostiene gli obiettivi di politica estera e di sicurezza nazionale degli Stati Uniti rafforzando un alleato Nato e migliorando la capacità dell’Italia di affrontare minacce attuali e future con capacità di ingaggio a distanza. L’acquisto arriva nel contesto di un fortissimo aumento per gli acquisti di armamenti statunitensi da parte dell’Italia: dal 15 febbraio 2024 al 5 dicembre 2025 Roma ha ottenuto otto forniture per un valore complessivo di 2,64 miliardi di dollari, contro soli 692 milioni di dollari nel periodo 2009-2020. Le forniture, formalmente destinate alle forze armate italiane, non risultano collegate all’Ucraina, ma il fatto che il governo Meloni non abbia mai reso pubblico l’elenco delle armi inviate a Kiev non consente di escludere che una parte dei sistemi acquistati serva a rimpiazzare materiali ceduti a Zelenskyj. (Euronews / Corriere della Sera)