La caccia alle streghe antifa
Il dipartimento di Giustizia si prepara alla criminalizzazione di tutte le voci contrarie alla presidenza Trump. Tra le altre notizie: Hamas ha di nuovo proposto di lasciare le armi, gli intrighi nel PD contro Elly Schlein, e cosa entra nel dominio pubblico l’anno prossimo
La procuratrice generale Pam Bondi ha ordinato all’FBI di “compilare una lista di gruppi ed entità che potrebbero costituire terrorismo interno.” Nell’obiettivo c’è chi esprime “opposizione all’applicazione delle leggi e delle norme sull’immigrazione; posizioni estreme a favore della migrazione di massa e dell’apertura delle frontiere; adesione a un’ideologia di genere radicale,” ma anche chi è generalmente “antiamericano,” “anticapitalista,” e “anticristiano.” Lo rivela Ken Klippenstein, che ha pubblicato il documento del dipartimento di Giustizia che ordina la compilazione della lista. Bondi chiede inoltre che venga espansa la capacità della linea telefonica dedicata alle segnalazioni, creando anche un “sistema di premi in contanti” per i cittadini statunitensi che denunciano il proprio vicino… per essere troppo woke? Comunista? E i soldi non finiscono qui: il documento avvisa gli uffici preposti all’assegnazione di sovvenzioni di dare priorità ai finanziamenti destinati a stati e comuni che disporranno programmi “contro il terrorismo interno.” (Ken Klippenstein)
Del documento si era già parlato in un retroscena di Reuters, che anticipava che le autorità statunitensi avrebbero riaperto casi vecchi anche di 5 anni, a caccia di irregolarità per “beccare” i responsabili di dissenso — anche per questioni separate dalle loro posizioni politiche: Bondi parla espressamente di indagare per verificare possibili “reati fiscali” di cui potrebbero essere responsabili “gruppi estremisti.” La no profit Whistleblower Aid ha rilasciato una nota in cui accusa Washington: “Il dipartimento di Giustizia ha già tutta l’autorità necessaria per indagare e perseguire i casi di violenza, compresi i più violenti atti di terrorismo interno. Ma questo memorandum cerca espressamente di ridefinire il dissenso politico contro il presidente come terrorismo interno.” “In base a questa direttiva, quello che oggi è un programma televisivo per bambini potrebbe essere definito Antifa domani, tutto a causa dei capricci autoritari di un Presidente determinato a mettere a tacere qualsiasi critica.” (Reuters / Whistleblower Aid)
L’aggressione alla libertà d’espressione e associazione dei cittadini statunitensi arriva grazie al Memorandum presidenziale per la sicurezza nazionale 7, quello firmato da Donald Trump immediatamente dopo la morte di Charlie Kirk. Questa repressione era in corso già nei mesi precedenti — da quando Trump ha iniziato a parlare espressamente di “antifa” come gruppo terroristico, anche se nemmeno è un’organizzazione esistente — e non è solo una cosa teorica. Citiamo il caso di Daniel Sanchez Estrada, che è stato prigioniero delle autorità statunitensi per 5 mesi, accusato di essere un “operativo di una cellula antifa” perché stava spostando una scatola di riviste anarchiche autoprodotte tra un quartiere e l’altro di Dallas dopo una delle proteste contro l’ICE. Pochi giorni fa Sanchez Estrada è stato rilasciato senza spiegazioni: preoccupato che si fosse trattato di un errore, si è costituito, e ora deve aspettare un processo per pericolosa distribuzione di zine, per la quale potrebbe attendere ancora mesi — rischia fino a 20 anni di carcere, e potrebbe avere conseguenze ancora più gravi, essendo negli Stati Uniti con una green card. Le organizzazioni per i diritti civili descrivono il suo come un caso di “colpevolezza per possesso di letteratura.” (Casa bianca / the Intercept)