Israele prepara l’occupazione permanente della Striscia di Gaza
Le IDF stanno costruendo infrastrutture militari nei territori che dovrebbero sgomberare. Tra le altre notizie: gli Stati Uniti hanno confiscato un’altra nave mercantile al largo del Venezuela, il governo se la prende con chi fa lavori usuranti, le IA sanno programmare (piú o meno) Campo minato
Un’inchiesta di Drop Site, basata su analisi di Forensic Architecture rivela come le IDF abbiano consolidato il controllo su oltre metà della Striscia di Gaza. Le truppe starebbero “fisicamente alterando la geografia” del territorio attraverso la costruzione di infrastrutture militari e distruzione di edifici. L’unico obiettivo di queste attività è predisporre una presenza di lungo periodo nella maggior parte di Gaza. Dall’inizio del cessate il fuoco, Israele ha costruito almeno 13 nuovi avamposti militari dentro Gaza, e tra il 10 ottobre e il 2 dicembre 2025 avrebbe accelerato l’espansione e lo sviluppo infrastrutturale di 48 avamposti già esistenti, ampliato una rete di strade che collega gli avamposti alla rete stradale israeliana, a basi e insediamenti fuori Gaza, e proseguito la costruzione di una nuova strada a Khan Yunis per riallineare il corridoio Magen Oz dentro l’area sotto controllo israeliano. La risoluzione ONU che certifica l’accordo di cessate il fuoco mette nero su bianco, al punto 16, che “Israele non occuperà e non annetterà Gaza.” Secondo gli accordi “le IDF consegneranno progressivamente il territorio di Gaza che occupano alle ISF secondo un accordo che stipuleranno con l’autorità di transizione fino al loro completo ritiro da Gaza, salvo per una presenza nel perimetro di sicurezza.” Sta succedendo l’esatto opposto: le IDF stanno consolidando la propria presenza al di là della linea gialla, e non ci sono segnali che si preveda di lasciare i territori. (Drop Site)
Sabato il capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin ha incontrato a Istanbul una delegazione di Hamas per discutere della messa a terra della prossima fase dell’accordo di cessate il fuoco. La delegazione era guidata da Khalil al-Hayya, il membro dell’Ufficio politico di Hamas che sta guidando la trattativa. Durante l’incontro il gruppo palestinese ha ribadito il proprio impegno nella tenuta della tregua, denunciando invece le tantissime infrazioni da parte delle IDF. Il gruppo ha sottolineato l’urgente necessità di fare entrare nuove tende e soprattutto roulotte e attrezzature pesanti, per cercare di far fronte alla brutta stagione. (Anadolu)
Il 29 novembre Trump dovrebbe incontrare Netanyahu a Mar-a-Lago, anche se attualmente l’incontro non è ancora stato formalmente organizzato. In quella data il Primo ministro israeliano probabilmente riferirà a Trump delle “preoccupazioni” di Tel Aviv che giustificherebbero un nuovo attacco contro l’Iran. Come nel caso dell’aggressione contro Teheran di giugno, Israele vorrebbe coinvolgere l’esercito statunitense direttamente nell’operazione. In quei 12 giorni gli attacchi delle IDF avevano ucciso più di mille persone in Iran. (the New Arab)